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Guittone d'ArezzoO cari frati mieicon malamente
O cari frati mieicon malamentebendata hane la mentenostro peccato e tolto hane ragione!E certo apresso ciò per gran neienteno nd'apella om giomenteché d'omo non avem più che fazone.Che se descrezionearbitropodercorsenno e vertutenoi fue dato in salutea nostra dannazion lo convertemo;ché tutto adessa avemofatta descrezionmalvagio ingegnoarbitroservo di peccato tuttodefensore e sostegnoe campion di disragionpoderecor che contra piacereha tutte cose oneste e grazioseed ha per dilettosequelle tutte che legge e Dio disdegnae saver che disensegnadrittoDioe malvagità n'aprendevertùch'ogne vertù pena dar sottoe vizi cria e in poder li stende.Demonio a Dio e corpo ad alma avemoe lo secol tenemopatria propiasommaeternale.E ciò èlassi!unde bendati semoper che ciascuno remotenemvogando quanto potem ver male.Or chi è ora lealechi fedelchi benignochi cortesenon m'è certo palese;ma chi è malvagio e chi galeadoree chi per disamoree per malvagità e falseza ingegnaamico o frateveggione a comuno.E quel per maggior regnae maggiormente orrato e pro è fattoche mei sa di barattotreccando e galeando ad ogne mano;e se soave e pianoumile Dio temendo alcun se trovache non baratto movamiserovilecodardo è tenuto;per che d'offender lui vago è catunoe soi vicin tutti peten trebuto.Ma non galea alcun tantoné mirané davante se tiranon segualo penser noia ed affanno:soperbiacupidezzainvidia e iratanto no volle e girache nostre menti poso alcun non hanno.Vergogna porta e dannoe travaglio vi ha più chi più ci tenee mal vi ha più che benechi più ci ha di piacere e men di noia;ch'onne mondana gioiatardacortaleggeraè de nòi mesta;la fineu' pende tuttoè sola doglia.Ma noia è sempre prestalungagravee sol ha fine a morte!Ov'è solazo in corteu' poso in zambrau' locou' condizioneovequando stagionedove puro piacer paresse un punto?Legno quasi digiuntoè nostro core in mar d'ogne tempestaove pur fugge porto e chere scogliae di correr ver morte ora non resta.O struggitor di noise qui è gravezzaov'è donqua allegrezzaForse 'n infernoove corremo a prova?E siem più stolti ch'apellam stoltezzase de tanta mattezzaalcun si partepoi verità ritrova;e mirabile e novacosa tenem no chi mai fama bene;ed entra gli altri menebiasmato e crociato avetepoiDio mi partì da voi;e dove più d'onor degno m'ha fattoesso meo car Segnorla sua merzedepiù me biasmate mattodicendo pertenevame gauderepoi tempoagiopoderee bella donna e piacentera avia;e ch'è grande villiae fera crudeltà disnaturatala qual non fu trovatain fera alcunaund'om parlasse maich'abandoni figliuol che picciol vedecom'io tre picciolelli abandonai.Or come potev'iomattigaudereov'è gran despiacere?Oltra ch'io dissi: Chi meglio adimora?Non temponon loconon poderené mia donna in piaceremi fue giorno già mai tanto quanto orach'onne soperchia curaunde non posa voi corpo né coremi tolle el meo segnore.Und'eo mi gaudo quasi; e se per questoeternal vita acquistosì gran mercato mai non fue veduto.Ben agia chi noi pria chiamò gaudentich'ogn'omo a Dio rendutolo più diritto nome è lui gaudente;ché qual più aspramentereligione portaha più dolzored'ogne mondan segnores'è di spirito bonché contra vogliaogni dolcezza è doglia.Non ioma voi donqu'ai figliuoli spietosiprocacciandoi languire infra i languentied eo li mei gaudere infra i gaudiosi!Ora s'eo fosse a mia guisa segnored'ogne terren riccoregiovane sempre e deretano in vitaed albergasse solo nel meo coretutto mondan dolzoree ogne noia da me fosse partitacome cosa fallitae fosser fatte a lo piacer meo finefiglie e moglier reinee tutti re i figliuoisì mi seriaoltra pensier mattianon tutto abandonar ciòDio seguendo;chésoloin gran disertoognunque penaper lo meo Dio soffrendovale meglio. Non tale bene valequanto ben ver ver male?Primo: ben temporal val men che neentever ben che non dismente;secondo: ben terreno è fastidiosover ben divin gioioso;terzo: ben ch'ha mal fine è di mal peggioe mal che tolle peggio e ben ch'a meglio menasommoeternal ben chiamar lo deggio.O caro segnor meo e dibonarecomo m'osa blasmarealcunse m'ho donato te seguire?Tanto m'hai fatto e fai e mi dei farenol porea meritarese mi seguisse ogn'omo in te servire.O che mert'hobei sirechepria che 'l mondo formassim'amasti?ed apresso creastinon fera giàma omo razionale;e non di popol taleche non conosca tema di tua gente.Creato m'allevasti ed allevatofuite contra a presente:tu corpo ed alma in terra e in mare spessomi defendesti d'esso;chi t'è contra seguiva ed altro tutto;e m'hai di loco bruttoe tempestoso dato agiato e santo;faimi gioioso mantoe parti a grado tuo de tutto rioe di' me coronare e far beatoed in eterno empiermi onne desio.O vengiator di mia ontao ventored'onne meo percussoreo ver soccorso a tutti miei bisognipur non de te me slogniferrofocoinfermitateaffannoomoferademonio o cosa qualetener poreami danno?Nulla certo: ma prod'è in te durando.Ma io solo peccandomi posso corpo ed alma aucider leve;ché dove mal m'è grevee bene rende me picciol savorenon è che poco amore.Languendo gaudereacomo gaudeain fede intera ed in amor coraleLorenzo al foco ed alla croce Andrea.Capitano d'Arezzo Tarlatonon te mirar montato:te smonti giàché valle han tutti i montisì come in plusor pontitu medesmo n'hai saggio alcuno fatto.Ned obriar che d'ogne monte el sommoè sempre istremo e rattoe che finghiosi e pien d'oncin son vallie li plusor for calli.Ahiche laid'è di gran monte avallaree nel valle afondare:nel valle d'ogne valle ed eternalesentina a tutto male;e che bell'è d'esti monti salirein quel monte eternal d'ogne ben sommoe d'esta vita vil grande partire!